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Le virtù inesistenti del debito pubblico

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di MATTEO CORSINI Nel consueto trafiletto su Plus24 del Sole 24Ore, Fabrizio Galimberti si occupa del debito americano: “Le montagne russe dell’economia sono mosse dalla danza del debito. Dal troppo – l’eccesso, l’euforia, il boom... – si passa al tirarsi la cinghia – il deleverage, la recessione, lo sboom...”. Fin qui nulla di strano. Continua: “Ma non basta il troppo o il poco: c’è debito e debito. La distinzione più importante è quella fra debito privato (risultato di transazioni fra adulti consenzienti) e debito pubblico (risultato di fattori automatici e discrezionali, mediati da Governi e Parlamenti). Quel che è successo in America dai tempi immediatamente precedenti la Grande recessione a oggi è istruttivo”. Potrebbe essere istruttivo infatti, a patto di saper analizzare correttamente quanto è successo: “A livello complessivo il peso del debito è variato poco: è diminuito dal 353% del Pil nel 3° trimestre 2007 (un massimo storico) al 3
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