di ALESSANDRO STORTI
Diciamo subito le cose come stanno: la proposta, lanciata dal Segretario della Lega Nord Roberto Maroni, di indire un referendum sull'Europa delle Regioni non ha nè capo nè coda.
Intendiamoci, l'idea, come si usa dire, è nobilissima, l'obiettivo politico di mettere in luce l'appartenenza naturale della Padania e, in particolare, del motore lombardo-veneto-emiliano-romagnolo, al cuore iperproduttivo e sviluppato d'Europa, altrettanto nobile. Però, al di là di queste "medaglie", il progetto resta ciò che in effetti è: una boutade.
Gli indipendentisti sanno benissimo quanto sia già un compito arduo dimostrare la concreta fattibilità, innanzitutto giuridica, dei referendum secessionisti. E stiamo parlando di consultazioni il cui scopo e il cui bacino d'utenza elettorale risultano pressoché immediatamente intelligibili da chiunque. Al contrario, un referendum su un riassetto completamente stravolto dell'Unione continentale, con tanto di modifica delle carti
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