di REDAZIONE
PIOVE DI SACCO. Licenziato a 44 anni insieme ad altri 42 colleghi, si rimbocca le maniche e apre una nuova azienda. In barba alla crisi e in barba alle banche del territorio che gli hanno chiuso la porta in faccia, come tutte le istituzioni a cui si è rivolto. Cristian Stangalini non ha voluto piegarsi a un destino che sembrava segnato. L’azienda che ha lasciato a casa lui, che era direttore dello stabilimento, e 42 fra operai e impiegati, è la Metal Welding Wire, ex Femi Metal, colosso della lavorazione del ferro con sede principale a Bergamo. Due anni fa l’annuncio dei vertici della chiusura dello stabilimento di Brenta d’Abbà a Correzzola. Un fulmine a ciel sereno per Stangalini e colleghi, dato che c’erano ordini per milioni di euro e il lavoro certo non mancava. «Le trattative non hanno portato a nulla», racconta l’imprenditore, «i lavoratori sono stati messi tutti in cassa integrazione e alla fine in mobilità. Io ero convinto delle potenzialità d
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