di FRANCO CAGLIANI
Giovedì sera, s'è celebrato il direttivo della L.I.F.E. veneta e l'appuntamento, oltre che per discutere della situazione generale e delle iniziative che l'associazione porterà avanti prossimamente, è servito anche per ospitare un giovane imprenditore, vittima dello Stato, al quale consegnare la tessera onoraria.
L'ospite era Antonio Guarascio, il figlio di Giovanni Guarascio, il muratore sessantaquattrenne siciliano, di Vittoria, che si è dato fuoco, dopo aver visto vendere all’asta la propria casa, per colpa di un debito di dieci mila euro. Un gesto drammatico, di fronte all’ufficiale giudiziario, arrivato per eseguire l’ordine di sfratto. Alla vigilia della messa all’asta Giovanni Guarascio aveva fatto un’offerta di 25mila euro (50 milioni circa delle vecchie lire, ndr) alla Banca Agricola Popolare di Ragusa. Non è bastato: la casa è stata comunque data all’asta, per 26mila euro.
Antonio Guarascio ha raccontato la sua vicenda ai pr
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