di REDAZIONE
Fino a 10mila euro al mese, che rischiavano addirittura di lievitare a 20mila, per distribuire qualche volantino: sono i soldi pubblici che avrebbe incassato il genero dell'ex capogruppo regionale leghista, Stefano Galli, e che sarebbero stati 'mascherati' dietro un co.co.co stipulato col Pirellone. Sulla carta, infatti, il parente dell'esponente del Carroccio doveva svolgere una delicata attivita' di consulenza legislativa, degna di un fine giurista. Peccato, pero', che lui nella vita faccia l'operaio ''imbottigliatore di acque minerali'' e il suo titolo di studio sia la terza media. A mettere in piedi la truffa, da quasi 200 mila euro, ai danni della Regione Lombardia sarebbe stato - secondo le indagini del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dei pm Antonio D'Alessio e Paolo Filippini - proprio l'ex capogruppo consiliare della Lega, Galli. E al fine di un'eventuale confisca del profitto illecito, stamani, il nucleo di polizia tributaria ha eseguito un dec
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