di GIAN PIERO DEL BELLIS
Nel 1964 è apparso negli Stati Uniti un libro, che avrebbe avuto una notevole risonanza nel corso di tutto il decennio. Il suo titolo: One Dimensional Man (L’uomo a una dimensione). L’autore era un filosofo tedesco emigrato in America nel 1934, subito dopo l’ascesa al potere dei nazional socialisti. Il suo nome: Herbert Marcuse. Il testo inizia con una frase che chiarisce subito il tema che sarà successivamente sviluppato, e cioè l’alienazione e l’omogeneizzazione degli individui nella società industriale avanzata: “A confortable, smooth, reasonable, democratic unfreedom prevails in advanced industrial civilization, a token of technical progress”. [Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica illibertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico].
La tesi di Marcuse, riassunta e semplificata in poche righe, è che la società industriale degli anni ’50 e in piena espansione all’inizio degli an
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