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L’unita’ chiude, la democrazia sopravvivera’. e non fateci pagare il conto

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di ROMANO BRACALINI L’Unità chiude ma forse no. Renzi assicura: ”La riapriremo”. Il conto del fallimento lo manderà a noi. L’Italia è il solo paese in Europa e in Occidente dove i giornali di partito, che nessuno legge (e l’Unità è nel mazzo), vengono foraggiati dallo stato, cioè da noi che dobbiamo scucire per sostenere anche le idee contrarie alle nostre. Antonio Gramsci, con straordinario tempismo, fondò l’Unità nel 1924, due anni dopo l’avvento del fascismo; l’anno dopo (1925) Mussolini chiuse tutti i giornali d’opposizione. Per la verità qualche giornalista e intellettuale, che sarebbero diventati comunisti a babbo morto, furono dichiaratamente fascisti (il giornalista Davide Lajolo, lo storico Enzo Santarelli); ma distinguere tra fascista e comunista era solo una questione semantica. Oggi l’Unità chiude, ma che dovrebbe fare un giornale che non vende e costa milioni alla collettività? Dichiarare fallimento e chiudere i battenti! Dopo che Eugen
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2 COMMENTS

  1. Non ho mai acquistato l’unità.
    Ho sempre percepito, fin da ragazzetto, che il comunismo era un cancro maligno.
    Il finanziamento pubblico ai giornali di partito e agli altri giornali va abolito.
    Se il prodotto piace l’azienda sopravvive.
    Diversamente che chiudano.
    Ci si può informare in mille modi nella società attuale.

  2. Spezzo una lancia in favore de “L’Unità”: son contento che abbia chiuso – a mai più rivederci! – eppure era ancora la più… innocua. Il lupo travestito da lupo. Spero che il “contagio” si diriga verso i giornaloni. Quelli sono i peggiori: servi della peggior specie, boriosi, hanno il coraggio di inalberarsi quando uno li definisce propaganda di regime.

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