di PAOLO L. BERNARDINI
Tra i nefasti pregiudizi che sotto forma di “nozioni” vengono impartiti ai fanciulli, non solo italiani, ma specialmente italiani, nelle ore di storia e geografia, e nelle scuole di ogni ordine e grado, università comprese, vi sono quelli che riguardano i microstati. Generalmente, vengono definiti, con disprezzo, “residui del passato” e si sorvola sul livello di benessere raggiunto, da tempo, o se mai lo si attribuisce alla loro natura di “paradisi fiscali”, nozione di per se stessa capace, ci auguriamo, di risvegliare nei discenti l’opposto e correlativo concetto, ovvero l’idea di “inferno fiscale”, che rende bene la situazione disperata in cui generalmente ci tocca vivere.
Quando dopo il congresso di Vienna, per tanti aspetti sciagurato quanto la sciagura napoleonica cui molto maldestramente cercò di porre rimedio, con restaurazioni imperfette e periclitanti, vennero eliminati centinaia di stati, quegli stati che zelanti funzionari