di GIORGIO BARGNA
Molto spesso mi capita di sentire parlare amici, conoscenti o perfetti sconosciuti di politica, economia o altri argomenti riguardanti la vita comune o sociale che dir si voglia.
Per la maggiore vanno frasi del tipo: “il sistema decide le nostre sorti e noi non possiamo farci niente”, “siamo vittime del sistema”, “tanto fanno sempre quello che vogliono”.
Ad ascoltare queste voci sembra quasi che il famoso “sistema” sia qualcosa di inalterabile dall’intervento dei più, un “oggetto misterioso” impalpabile, non tangibile e irraggiungibile ad un “comune mortale”.
Sfugge evidentemente un piccolo particolare, il “sistema” vive di noi, noi gli forniamo ciò che gli serve per sopravvivere, anzi, quel senso di rassegnazione, che per qualche motivo vive in noi, fa si che evitiamo accuratamente che esso collassi.
Il “sistema” è un po’ come la natura, composto da migliaia di elementi, ognuno recita il proprio ruolo, ognuno ag
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