di GILBERTO ONETO
Non si può negare che la “rivoluzione” dei “barbari sognanti” abbia portato speranze ed entusiasmi sia dentro che fuori la Lega. Interessanti risultati sono stati ottenuti dai maroniti: il ridimensionamento di un capo carismatico divenuto imbarazzante, la rottura di un sistema di potere familistico e corrotto (il cosiddetto Cerchio magico) con l’allontanamento dei suoi esponenti più compromessi, una ventata di freschezza nelle stantie atmosfere di Bellerio, l’apertura al mondo esterno (ai ceti produttivi e – un po’ più guardinga – all’universo autonomista), il recupero almeno formale di riferimenti culturali più solidi (Miglio), il ritorno all’opposizione dura al governo di Roma e – novità delle ultime settimane – il benservito a Formigoni e alla sua giunta di furbacchioni. Tutto questo è stato visto da molti come l’inizio di un percorso in grado di risvegliare le pulsioni autonomiste e indipendentiste delle comunità padana, di
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