di VITTORE VANTINI*
Si è tanto scritto e detto su Gianfranco Miglio che potrebbe sembrare una ridondante "rimasticatura" tornare a parlare di lui. Ma, riprendendo in mano vecchie riviste di cultura e politologia, ho ritrovato un' intervista del Professore, rilasciata agli inizi del 2001 a Ideazione e pubblicata nel numero di Marzo/Aprile del medesimo anno. Era intitolata: "Oltre lo stato-nazione, verso l'Europa delle città" e conteneva in forma stringata la summa del pensiero di Miglio.
Innanzitutto veniva raccontata la mutazione del suo pensiero, passato dall'ammirazione dello stato moderno, quello che Carl Schimitt definiva "La superba costruzione del genio politico europeo", a una critica severa e progressiva, spogliando - per così dire - lo stato moderno dalle sue vesti ideologiche delle quali è sempre riuscito ad ammantarsi. Miglio aveva compreso che la sua genesi, i veri fini, la sua forma strutturale, in una parola "la sua natura" era quella di fare la guerra. Perchè
Comments are closed.