di FRANCO CAGLIANI
Ieri, su queste pagine, è stato ricordato un giornalista scomodo, Udo Ulfkotte, uno di quelli che non piace all'informazione di regime, che se lo è in Germania, figuriamoci in Italia, dove si idolatra un tizio come Roberto Saviano, che con Mondadori è stato condannato per plagio in Gomorra contro i giornali "Cronache di Napoli" e "Cronache di Caserta". La Corte di Cassazione ha confermato in gran parte la sentenza di secondo grado: "In Gomorra ha copiato pezzi di articoli di giornale".
Guai a ricordarlo però e guai a dare spazio a quei napoletani che avendo avuto il coraggio di raccontare Saviano prima che lo facesse la stampa nazionale, si sono ritrovati a doversi auto-pubblicare i libri. E' il caso di Ciro Perna, che sul suo profilo Facebook scrive: "Mentre Saviano scrive i suoi libri da un attico di Manhattan, io vorrei riuscire distribuire nelle 2500 edicole, circa, della Campania, il mio libro".
Il libro si intitola "Roberto Saviano io non ti cre