di LEONARDO FACCO
Quando si affianca il termine democrazia ad un personaggio come Giorgio Napolitano, a me tornano alla mente i modi in cui l'ex presidente della Repubblica italiana (ben prima di Mattarella) ha calpestato la Costituzione nel silenzio colpevole e imbarazzato delle oche del Campidoglio. Un comportamento tipico degli eredi del comunismo staliniano, combinato con la tradizione dell’assolutismo borbonico.
Napolitano è stato un parassita a tutto tondo, che ha vissuto di soldi pubblici, un politicante imbevuto di cultura illiberale sia per nascita che per educazione ideologica. Come ha scritto Romano Bracalini, "Del resto la carriera di Napolitano s’è svolta interamente nel PCI, nel quale è stato esponente dell’ala migliorista, cioè di destra, ricoprendovi l’incarico di ministro degli esteri, com’era consuetudine nel partito-stato, mai in contrasto con i vertici del partito, fino all’approvazione stalinania e togliattiana dell’invasione sovietica dell