di SALVATORE ANTONACI
Lo avevamo lasciato qualche settimana fa a tuonare contro la moneta unica europea annunciando l'avvio di una campagna referendaria in favore dell'uscita olandese dal club esclusivo. Ora Geert Wilders, vulcanico padre fondatore e leader indiscusso del PVV (Partij voor den Vrijhed), ha deciso di staccare la spina al fragile esecutivo liberal-conservatore che godeva, si fa per dire, di una risicatissima maggioranza parlamentare (76 seggi su 150 della Camera Bassa) in forza dell'appoggio esterno garantito dalla sua formazione.
La compagine di governo del premier liberale Mark Rutte, quindi, si è dissolta lasciando campo aperto alla possibilità di nuove elezioni da tenersi nel più breve tempo possibile ma comunque non prima di settembre-ottobre. Nodo cruciale del dissidio rivelatosi insanabile la pesante manovra di rientro dal deficit "suggerita" dai capitani del Titanic continentale: circa 17 miliardi di Euro per rientrare nel parametro aureo del 3% con tanto
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