sabato, Aprile 20, 2024
11.9 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Omaggio a miglio (1): come prevedere 20 anni fa quel che accade oggi

Da leggere

di GIANFRANCESCO RUGGERI

miglioQuando Gianfranco Miglio ha iniziato a far politica in prima persona io avevo solo 12 anni, quando ha lasciato la Lega Nord ne avevo 16: in ogni caso ero troppo piccolo e spero anche troppo spensierato per capire il valore e la complessità del suo messaggio. A quell’età ti basta uno slogan, così Miglio era per me uno dei tanti volti nuovi che stavano scalzando i vecchi politici della prima repubblica. Non mi era chiaro che il professore fosse, in quel nugolo di facce nuove, il vero fuoriclasse e ancora oggi per capirlo basta leggere i suoi scritti, anche solo le sue interviste e i suoi articoli, che la Libera Compagnia Padana, alla quale è doveroso tributare un immenso grazie, ha raccolto e gratuitamente messo a disposizione on line:

LEGGI QUI

LEGGI QUI

Insomma articoli e interviste costituiscono un’interessante proposta di lettura estiva sotto l’ombrellone, ma anche sotto l’ombrello di questa pazza estate padana.

Ho il sospetto che ben pochi tra quanti citano Miglio abbiano in realtà letto o anche solo sfogliato i suoi scritti, credo infatti che se l’avessero fatto, molte cose sarebbero andate diversamente.

Chi legge oggi le sue interviste e i suoi articoli non può che restar meravigliato da alcune previsioni dannatamente giuste che il professore è riuscito a fare con uno o due decenni di anticipo, previsioni su fatti tremendamente attuali. Miglio negli anni ’90 prevedeva una grande crisi economico finanziaria che avrebbe colpito l’Europa e l’Occidente, così come prevedeva che l’Europa che si andava allora delineando presto o tardi sarebbe stata, visti i presupposti, dominata economicamente dalla Germania: sembra di leggere il giornale di oggi, invece sono articoli di 20 anni fa quando nel 1993 il professore scriveva: “i tedeschi del futuro non domineranno l’Europa grazie a una politica estera o alla forza militare, ma per il primato della loro economia, delle loro imprese e della loro moneta.”

Sempre Miglio prevedeva che l’area più calda dell’indipendentismo padano sarebbe stato il Veneto, previsione ancora una volta confermata dai fatti: ma c’è di più. Per certi versi possiamo dire che Miglio abbia persino previsto la comparsa di Grillo e del Movimento 5 Stelle già il 27 dicembre del 1990, quando sul Sole 24 Ore scriveva: “è un’ondata che ormai nessuno può più arrestare: se i capi “leghisti” non saranno capaci di cavalcarla, altri (più spregiudicati di loro) verranno a sostituirli; perché questo è uno dei rari casi in cui l’opinione pubblica precede e crea i suoi potenziali capi; Bossi e i suoi amici non “tirano”; sono “spinti”.  Cos’è il Movimento 5 Stelle se non la versione politicamente “più spregiudicata” della Lega, tanto che ormai è il M5S a raccogliere la maggior parte dei voti di protesta?

Non bastasse, nel 1994 il professor Miglio aveva già colto la vera natura politica di tal Gianfranco Fini, quando infatti il giornalista del Corriere gli chiede “ma Fini è ancora fascista?il professore risponde schietto: “secondo me non lo è mai stato!”

Anche la sua concezione della politica, così da lui riassunta, lo rendeva un uomo fuori dal comune: “ho detto ai miei elettori nel mio manifesto elettorale nel ’92 e poi nel ’94, e se mi ricandiderò ancora lo replicherò con maggiore chiarezza, che io non aiuterò nessuna persona e nessuna categoria. Io sono andato in Senato per cercare di risolvere i problemi costituzionali. Credo di fare con questo un favore a tutti, perché, se le cose vanno come io sto battendomi perché vadano, non dovrete più inchinarvi a nessuno.”

Una visione lucida e complessiva dei nostri problemi e della nostra condizione, ma soprattutto una concezione nobile della politica, tanto da spingerlo a ritenere che “la politica è bella perchè si rischia la vita: se fosse solo l’arte di imbrogliare il prossimo, allora sarebbe veramente una cosa miserevole”. Insomma una logica in totale antitesi con il tipico clientelismo italiano, più volte stigmatizzato nei suoi interventi: “sono molto preoccupato dalla tendenza che hanno gli italiani a considerare scopo del loro interessamento politico la ricerca dei protettori. Nel Sud in maniera addirittura plateale, però un po’ anche da noi, l’italiano cerca il protettore, vuol sapere chi vince per mettersi in coda ed ottenere degli aiuti. La tendenza è quella non a vivere sotto ordinamenti, vivere obbedendo a norme di diritto, ma piuttosto vivere obbedendo a capifila, a dei capicordata che poi sono quelli che fanno i favori”.

1 – CONTINUA

Correlati

4 COMMENTS

  1. Vidi Miglio con bossi a Bologna, nei primi anni 90.
    Per due volte.
    La seconda Miglio fu impareggiabile.
    Percepii chiaramente che bossi era solo un arruffapopoli senza le basi culturali necessarie.
    Poche idee e ben confuse.
    Miglio invece era il cervello ed il cuore della Lega di allora.
    La Lega della speranza e del cambiamento.

    lo sfascio leghista iniziò nel 1994.
    Arruffone tradì berlusca, e Miglio.

    Miglio esponeva in maniera chiara, consequenziale, brillante le idee e i propositi leghisti, tutti lasciati poi nel dimenticatoio.

    Lui era la Lega.
    Bossi non era un cazzo, solo slogan beceri.

    Io non ho più votato Lega dal 1994.
    Salvini non cambia una lettera.

  2. Massimo rispetto per Miglio, però io mi ricordo sempre di quando uscì il suo libro “Italia 1996, così è andata a finire”, libro che conservo ancora. Siamo arrivati al 2014 e l’Italia è ancora qui…..

    • Le persone come Miglio hanno la tendenza a sovrastimare l’amor proprio dell’avversario. E come non capirlo: pochi immaginerebbero una simile mancanza di dignità! Questo marciume può andare avanti ancora per decenni, per induzione matematica: raggiunto un certo livello di bassezza, è subito a portata di mano quello immediatamente sottostante.

      • Il marciume può andare avanti per decenni, purtroppo. Non dimentichiamoci che agli inizi degli anni novanta, con tangentopoli e la Lega, si prevedeva un rapido dissolvimento dell’entità italiana, invece a distanza di due decenni siamo ancora qui a parlarne. Se io fossi un governante italiano potrei trovarne decine di provvedimenti per tirare avanti, vendita riserve auree, patrimoniale, prelievo forzoso conti correnti, ecc.
        L’unica certezza è che ci troviamo di fronte ad una situazione come con i governi comunisti. Agli inizia degli anni novanta, con l’invasione dell’Afganistan, tutti temevano di diventare comunisti, dopo 10 anni il comunismo era sparito. L’itaglia, con la sua economia statalizzata, la confisca tributaria di redditi e patrimoni, è l’ultimo scampolo di comunismo in occidente. Come è finito il comunismo? Non era più sostenibile e la gente voleva libertà. All’improvviso l’Ungheria aprì le frontiere e tutto crollò.
        Con l’itaglia sarà lo stesso, una mattina scomparirà, all’improvviso. Ma c’è differenza se la scomparsa avverrà adesso o tra vent’anni….troviamo il modo per aiutarla. Lo sciopero fiscale è qualcosa che aiuta, anche se patrimoniali e prelievi forzosi sui c/c potrebbero vanificare la cosa.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti