del DIRETTORE
Siamo stati facili profeti parlando un paio di volte della Rai come di una sorta di "riserva indiana" dove i partiti italici, oggi più sputtanati che mai, cercando di resistere, illudendosi di continuare a manovrare il consenso che deriva dall'apparire in video e dall'avere qualche tg più amico di altri. Ma soprattutto non vogliono mollare il controllo del recinto, nella speranza di continuare a pilotare qualche appalto verso gli amici degli amici, di piazzare qualche bella donzella appena parlante in questa o quell'altra trasmissione, di collocare o promuovere i giornalisti più pronti a mettersi a disposizione. Insomma, i politici e i partiti che ormai sono messi fuori gioco quasi da tutto, pretendono di salvare la ridotta della Rai radiotelevisione italiana, l'unico modo che hanno per sentirsi ancora vivi.
E allora ecco il fiorire delle posizioni che nascondono le diverse volontà: o di conquistare il potere affievolitosi in un passato più o meno recente (ques
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