di CLAUDIO ROMITI
Ascoltando le prime, inquietanti esternazioni di Renzi e dei suoi rottamatori di governo in merito all'ennesima stangata sulle cosiddette rendite finanziarie (pelosa definizione della classe politica per colpire indiscriminatamente il risparmio), mi è venuto in mente una variante di un famoso motto di Seneca: "primum tassare, deinde philosophari".
Tanto è vero che, da quanto si comincia a scorgere, sembra proprio che per coprire almeno in parte il taglio del famigerato cuneo fiscale, presentato dal giovane premier (e dal ministro Padoan) come una sorta di bomba nucleare per la ripresa, sono in arrivo altre camionate di tasse proprio sui risparmi. Ovviamente, esclusa la possibilità di colpire i titoli di Stato (la qual cosa si tradurrebbe in una immediata partita di giro, determinando il quasi immediato aumento dei saggi d'interesse), l'unico terreno da battere è quello azionario e obbligazionario. Terreno peraltro già reso molto arido dai recenti incrementi
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