di CLAUDIO ROMITI
Se la situazione per le imprese italiane non fosse così tragica, ci saremmo dovuti letteralmente sbellicare dalle risate ascoltando, nel corso di una recente puntata di "Porta a Porta", il duro confronto Santanchè/Puppato sulla labirintica questione del pagamento degli arretrati dovuti dalla mano pubblica ai suoi fornitori privati. Come è noto, in un marasma di annunci e repentini dietro-front, il governo dei professori avrebbe messo in piedi una sorta di macchina infernale con cui rimborsare in due anni una quarantina di miliardi. Ma in attesa che la gallina dell'esecutivo dimissionario riesca finalmente a fare l'uovo d'oro, non c'è un partito delle tasse e della spesa pubblica che non si stracci le vesti in favore dei disgraziatissimi creditori dello Stato. E proprio su questo piano si è svolto il duello all'ultimo sangue delle succitate pasionarie del bipolarismo del nulla.
Una gara a chi la sparava più grossa vinta, occorre riconoscerlo, dalla super
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