di MATTEO CORSINI
Mi è capitato di leggere un articolo a firma di Antonio Maria Costa sulla Stampa che contiene una serie di critiche al capitalismo basate su presupposti errati e autocontraddittori.
Costa esordisce così: “Il capitalismo ha creato l'economia moderna. Ha sconfitto ogni altra ideologia, incluso il comunismo. Ci sono stati scioperi e proteste, certo, eppure per due secoli libera concorrenza e proprietà privata hanno generato benessere collettivo. Non più. Da un ventennio, ristagno, esclusione sociale e devastazione ambientale prevalgono. Il cittadino, disorientato, elegge autocrati nemici del sistema che si trova di fronte a una crisi esistenziale: evolvere o perire. Per salvare il capitalismo occorre reinventarlo”.
Secondo Costa, i tre principi su cui si basa il capitalismo sarebbero “egoismo individuale” (Smith), “creazione distruttiva” (Schumpeter) e “supremazia dell’azionista” (Friedman). Non sto a discutere su queste affermazioni, ma su
Diffidare dai sedicenti liberali che teorizzano troppo e fanno troppi “distinguo”.
La libertà è una cosa semplice, intuitiva, naturale.
Le tasse accettabili sono solo quelle volontarie.
Corsini parte bene (…per due secoli libera concorrenza e proprietà privata hanno generato benessere collettivo) per poi arrivare male. La tassazione non è forse attentato alla proprietà privata del danaro? Le minute regole che disciplinano ogni attività non rendono forse la vita impossibile ai piccoli imprenditori imponendo costi che li mettono fuori mercato? Le stesse minute regole non fanno solo il solletico ai “grandi”, che possono permettersi eserciti di consulenti? E le stesse minute regole non sono diventate un costo sociale insopportabile, necessitando di una burocrazia elefantiaca per farle osservare? E le stesse minute regole non costituiscono una tentazione permanente per il burocrate corrotto che ne rende possibile l’elusione? Non forse vero che contributi statali e proprietà pubblica delle imprese (vedi ad esempio RAI) e monopoli di cui nessuno si accorge (vedi ad esempio in Italia l’INPS per il servizio pensionistico) alterano il libero mercato costringendo i consumatori a pagarne il costo? Se sei costretto in manicomio, alla fine ti convinci che è normale che qualcuno possa credersi Napoleone. Lo Stato pervade così diffussamente la nostra vita e la nostra economia, che lo consideriamo “normale” come la pioggia, rimanendo vittime di sedicenti economisti, che in realtà altro non sono che utili idioti o interessati complici.
Corsini è un feroce nemico della tassazione