di ARTURO DOILO
Una dittatura, per assumere le sembianze di tirannia, ha sicuramente bisogno di un apparato di comunicazione fondato sui principi elucubrati da Goebbels e di una magistratura particolarmente schierata. Per qualche giorno, ho osservato in quale modo i media di regime (in Italia i giornalisti sono solo un ammasso di portavoce) tacere rispetto al trattamento che ha ricevuto Matteo Salvini dagli alti papaveri togati.
«Non sorprende, almeno a me, che i grandi giornali siano agli ordini - non subalterni, ma agli ordini - dei pm. A me sorprende il silenzio, che su questa vicenda non sia uscito nulla: la notizia è questa. Eppure dentro ci sono i nomi più prestigiosi». Questa è la premessa da cui parte Piero Sansonetti, direttore del Riformista, prima di entrare nel merito della "vicenda". Ovvero i nomi dei giornalisti che compaiono nelle intercettazioni disposte dalla procura di Perugia nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto "caso Palamara", dal nome del pm roma
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