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Se le Mauritius sono un paradiso fiscale, gli altri Paesi africani sono degli inferni fiscali

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di MANUEL TACANHO È frequente che i commentatori indichino la corruzione, l'incompetenza, l'ingerenza malevola dell'Occidente e altri fattori come fonte dei continui problemi economici dell'Africa. Raramente si sentono i cosiddetti esperti indicare le tasse come il principale ostacolo allo sviluppo economico. Persino gli "economisti dello sviluppo" non ripudiano i paradossali regimi fiscali super onerosi dell'Africa. Peggio ancora, le potenti (e dannose) istituzioni neocolonialiste, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), tendono a "consigliare" ai governi africani di espandere i piani fiscali e di aumentare ulteriormente le aliquote, mentre i livelli di debito pubblico crescono pericolosamente in tutta l'Africa. Mauritius ha adottato un approccio diverso, implementando un codice fiscale relativamente basso e attraente. Non sorprende che le Mauritius siano state denunciate per il loro basso livello di tassazione, definendole un "paradiso fiscale". Paradiso fiscale? Non
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