di MATTEO CORSINI
Commento periodicamente gli articoli di Guido Salerno Aletta pubblicati su Milano Finanza. Non di rado il tema centrale è una lamentela per il trattamento arcigno che l’Unione europea a guida tedesca riserva alla povera Italia. La soluzione invocata ruota sempre attorno a una forma di monetizzazione del debito italiano che riesca ad alleviare l’onere dello stesso. Recentemente, Salerno Aletta ha scritto:
“Occorre un meccanismo di riequilibrio: così come viene imposto il criterio della severa condizionalità per gli Stati che chiedono aiuti, è indispensabile che quelli che seguono i criteri di convergenza si vedano riconosciuta la giusta premialità attraverso l’azzeramento dello spread: questo è il Qe che serve.”
Il punto di partenza della tesi di Salerno Aletta è che l’Italia è in avanzo primario quasi ininterrottamente da 25 anni, ma questo non è servito ad abbassare il rapporto debito/Pil, mentre ha tarpato le ali alla crescita del Pil
La “terapia” è sempre la stessa: tasse e/o debiti. Vedasi ad esempio la “strategia” europea per rimediare a brexit.