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Serve una legge per far capire le leggi a chi deve rispettare le leggi

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di MATTEO CORSINI Secondo Devis Dori di LeU e Stefano Ceccanti del PD servirebbe introdurre una “nota illustrativa – che può assumere varie forme – del contenuto delle nuove leggi pubblicate sulla “Gazzetta ufficiale”.” I due parlamentari hanno pertanto presentato una proposta di legge al riguardo. Siccome l’articolo 54 della Costituzione, ricordano i due, “sancisce il dovere per tutti i cittadini di rispettare le leggi”, occorre che “il cittadino sia messo nelle condizioni di poter rispettare la legge.” Evidentemente la mera pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale non è sufficiente. Quindi sarebbe opportuno “fornire ai cittadini strumenti di facile lettura attraverso cui, senza tecnicismi giuridici, comprendere il contenuto delle leggi in modo chiaro e immediato.” Il tutto perché vi è “una piena democrazia solo laddove il cittadino è in grado di controllare l’operato del legislatore, comprendendo esattamente il contenuto dei suoi atti.”
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2 COMMENTS

  1. Nessuno andrebbe a leggersi la nota illustrativa che, se scritta dai burocrati, sarebbe anch’essa in burocratese stretto e quindi incomprensibile. La cosa è facilmente risolvibile:
    1) vietando i rimandi ad altra legge. Faccio un esempio, se una norma riguarda chi è in regime forfettario, il testo deve indicare “i soggetti in regime forfettario” non deve dire “i soggetti di cui all’art. xx della legge xx” perché spesso tale legge è la conversione con modifiche di un decreto (quindi contiene solo le modifiche) per cui occorre andarsi a cercare il decreto che spesso a sua volta rimanda ad una legge precedente.
    2) vietando i termini inglesi, latini, greci o stranieri. Non siamo tutti laureati in lingue, diplomati in liceo classico e non siamo neppure dei blaguer che vogliono far vedere quanto sono eruditi.
    3) vietando i tecnicismi o il burocratese stretto. La legge deve essere immediatamente comprensibile anche ai non addetti ai lavori o al cittadino medio.

    Quindi la cosa giusta non è la nota illustrativa, che lascerebbe tutto lo sconcio così come è, ma bensì una legge che renda nulla la norma che viola i tre punti sopra descritti con effetto a sei mesi dall’introduzione, dando così tempo al Parlamento, lavorando 5 giorni alla settimana, 8 ore al giorno, di correggere tutte le schifezze fin qui emanate.

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