di PAOLO L. BERNARDINI
Ogni anno in questo periodo attendo la pubblicazione dello IEF, che è base del mio corso, all’Università dell’Insubria, di “States, Economy and Global Markets”, che tengo ormai da 16 anni. Essendo in congedo quest’anno, e lavorando su temi rinascimentali allo HIAS, lo Hamburg Institute for Advanced Study, e dunque non insegnando, me la sono presa comoda nell’esaminare questa edizione.
Brevemente alcune considerazioni. Per il secondo anno Hong Kong è assente, la caduta di quel gigante di libertà è impressionante, e sentita. Sembra si siano spalancate, per il “Porto Profumato” ove insegnai nel 2009, le porte dell’inferno. Ma quel che colpisce è il rivolgimento nella classifica dei top ten. Al numero 1, scomparso Hong Kong, figura l’eterna rivale, Singapore. Al secondo posto la Svizzera. Al terzo l’Irlanda, al quarto la Nuova Zelanda. Poi Lussemburgo, Taiwan, Estonia, Olanda, Finlandia e Danimarca. E poi se vogliamo proprio fare una