di REDAZIONE
La Spagna ha (quasi) un governo, da domani: lo guiderà Pedro Sanchez e sarà formato dall'alleanza fra i suoi socialisti e la sinistra estremista e chavista di Podemos di Pablo Iglesias, più i nazionalisti baschi del Pnv. La fumata bianca, attesa dopo mesi di impasse e quattro elezioni anticipate in quattro anni, è stata permessa dalla sinistra indipendentista catalana dell'Erc, il cui Consiglio nazionale in serata ha approvato a stragrande maggioranza il voto di astensione dei suoi 13 deputati.
Secondo alcuni, il prezzo politico pagato da Sanchez per governare è il riconoscimento del "conflitto catalano" come "politico", e non più solo come crimine istituzionale. Conflitto che andrà quindi risolto con un "tavolo negoziale bilaterale", che non preveda "veti" su alcuna proposta, come è scritto nero su bianco nell'accordo Erc-Psoe, di cui il quotidiano El Pais ha anticipato il testo.
I repubblicani catalani (comunisti) hanno chiesto che il tavolo abbia come c
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