di GIOVANNI MARINI
La fiscalità non serve a far funzionare uno Stato. La fiscalità è la pena che la nazione sconta per essere assolta dai suoi peccati. Quali sono i peccati? la disonestà, la prepotenza, il sopruso, la slealtà e l’invidia. Peccati che non possono mancare in una comunità fatta d’uomini, animali con la tara genetica dell’irrazionalità che per una sorta di bizzarro parossismo è la loro intelligenza.
Non c’è nulla che lo Stato debba avere in esclusiva, ma una nazione può decidere di ordinarsi in Stato se ritiene opportuno imporre a tutti i suoi componenti un controllo fatto di terzialità. La difesa del territorio, l’arbitrato nelle dispute, le pene da conferire per i reati contro la comunità e gli individui che la compongono. Null’altro.
È vero, però, che una comunità priva di personalità perché troppo giovane o perché nata per imposizione militare o a causa di individui la cui aspirazione è il governo sugli altri componenti, trascende
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