di PETER C. EARLE
Venticinque anni fa, l'esperimento di maggior successo del XX secolo in fatto di libertà - iniziato, come sempre, inavvertitamente - si concluse. Nell'aprile del 1994, la demolizione dell'enclave capitalista autonoma, non regolamentata, conosciuta come la città fortificata di Kowloon, fu completata, ponendo fine a nove decenni di un esperimento senza precedenti nella totale assenza di Stato.
Simile a come accadde per l’insediamento di Moresnet, la città fortificata emerse da uno stallo politico: un avamposto militare cinese abbandonato dall'amministrazione britannica di Hong Kong. E in quel limbo di 0,03 km² si riversarono decine di migliaia di individui, cercando riparo nei labirintici passaggi e tunnel della vecchia fortezza. La popolazione crebbe inesorabilmente nel corso degli anni fino a contare tra circa dai 30.000 ai 50.000 residenti: un vivace alveare di imprenditori indaffarati, rifugiati politici, filantropi, gangster, artisti e, soprattutto, ind
Comments are closed.