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Trieste, sul “porto libero” aleggiano le ombre russe

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di ROBERTO GIURASTANTE Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni sul destino della Ferriera di Servola è una ulteriore dimostrazione della distanza siderale esistente tra stato di diritto e Repubblica italiana. In pratica, sfruttando la crisi irreversibile dello stabilimento siderurgico altamente inquinante inserito nel porto industriale di Trieste, la politica del malaffare vorrebbe tentare un golpe per dare alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani i poteri straordinari di commissario per gestire la crisi scavalcando così la stessa autorità portuale. Un conflitto tra istituzioni davvero incredibile per cercare di mettere le mani sul porto internazionale di Trieste per poterlo finalmente convertire alle speculazioni delle mafie del cemento che lo vogliono trasformare in paradiso per i loro lucrosi affari. Affari riservati ovviamente a danno della città e della stessa comunità internazionale, ma remunerativi per la corrotta casta politica
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