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Un contribuente su due è costretto a pagare a rate le tasse

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mario-monti_620x410di LEONARDO FACCO

Prima dell’avvento di Mario Monti al governo (tornato in questi giorni in auge su tutti i media, per via della crisi greca), il contribuente non se la passava bene, ma con l’arrivo a Palazzo Chigi del professore, la gogna fiscale è entrata a far parte dell’azione e del lessico politico-burocratico, perpetuato poi dai governi di Letta ieri e di Renzi oggi. Il premier col Loden, a suo tempo disse: “Il governo è impegnato in una ‘guerra di civiltà’, quella contro l’evasione fiscale”. Sapete anche voi quale sia il risultato, ma tra i tanti dati, ce n’è uno recentissimo, che la dice lunga. Eccolo, la fonte è l’associazione Contribuenti Italiani: “Passata da pochi giorni la prima scadenza fiscale (16 giugno scorso), si tirano le somme. Un dato meglio di tanti alti spiega la condizione del Paese: 1 contribuente su 2 è stato costretto, a questo giro, a rateizzare le tasse per far fronte agli impegni – non solo immobiliari, anche se proprio dal mattone sono arrivati i rincari maggiori – con il Fisco”. 

Come ha scritto Gary North nel libro intitolato “Cos’è il denaro”, “ogni classe politica ha bisogno dei suoi profeti di corte. Ogni establishment bancario ha bisogno di politici che eseguano i loro ordini”. Sicuramente non pensava a quell’inetto di Mario Monti quando l’ha scritto, ma la “guerra di civiltà” innescata dal fu leader di “Scelta Civica” ha portato l’Italia nel guano perenne. E quando io sento un parassita che viene a spiegarmi che devo consegnare i tre quarti del frutto del mio lavoro ad una “banda criminale” – così definiva il libertario Lysander Spooner il governo – mi prudono ipso facto le mani.

SCUOLA PUBBLICANon facendo parte di quella schiera di lobotomizzati dall’indottrinamento statale, a differenza dei “Super-Mario-boys”, ho un’idea diversa della sua a proposito di governo. Un’idea originale e antitetica a quella che appartiene ai “Monti-boys”, che mi son fatto prendendo spunto da letture e libri che negli atenei italici manco conoscono o sono messi all’indice.

Tibor Machan, pure lui professore d’Università, mi ha insegnato, ad esempio, che ”sì, magari ci possono anche essere dei momenti in cui la richiesta di più soldi, da conferirsi al governo, sia giustificabile, ma nel complesso, guardatevi bene alle spalle, perché lo Stato, a nulla rilevando i motivi – pretenderà e vi arrafferà sempre più soldi, in qualsiasi momento, a prescindere se di pace o di guerra, nei periodi di benessere come nella crisi, di notte e di giorno”. Sembra l’abbia scritta pensando all’attuale presidente del Consiglio, no? George Washington, primo presidente Usa affermava: “Il governo non è ragionamento, non è eloquenza, è potere”! Dal profano passiamo al sacro, che tra Papi e cardinali contornano la vita del premier milanese. Pio XI, nella Quadragesimo Anno, ebbe a dire: “Come non è lecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e con l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori libere comunità si può fare. Ne deriverebbe un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società”.  George Bernard Shaw, morto nel 1950 e forse preveggente, aveva addirittura previsto di quali porcate il keynesiano Monti sarebbe stato capace, e ammoniva: Un governo che ruba a Peter per pagare Paul può sempre contare sull’appoggio di Paul”. E, come sappiamo bene, alle latitudini italiche i Paul riescono finanche a moltiplicarsi per partenogenesi!

Tra i peggiori montiani ci sono liberisti cresciuti in think tank a libro paga di Massimo D’Alema e, di questi tempi, per prendere le distanze da Tsipras, hanno pure il coraggio di citare orgogliosamente il loro capobastone: “Meglio essere impopolari e dire che grazie al governo Monti abbiamo evitato il tracollo dell’Italia in stile greco”. Il buon Jefferson – non quello della sit-com american-ridanciana, ma Thomas, il terzo presidente degli Stati Uniti – amava ricordare che “il governo migliore è quello che governa meno”. E Thoreau, coriaceo disubbidiente, andava oltre e spiegava che “il governo migliore è quello che non governa affatto”. 

Monti ha solo accelerato l’opera di distruzione di un sistema produttivo senza eguali (quello padano), opera iniziata almeno una ventina di anni fa. Altro che “governo e civiltà”, per parafrasare Ringo Starr “tutto quello che il governo Monti ha toccato si è trasformato in merda”. Un alchimista al contrario! 

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2 COMMENTS

  1. Personalmente auguro a Monti una lunga vita, una vita costellata da malattie dolorose, lutti familiari e grandi spese in medicine e cure ospedaliera, e quando verrà il suo momento che la fine sia a tappe, con sofferenza.
    Per il resto così come a tavola la buona educazione prevede che non si tocchino certi argomenti, le funzioni corporali, le feci, ecc sarebbe opportuno che per educazione e buon giornalismo non venisse mai citato Mario Monti o esposta la sua fotografia. L’unica cosa che voglio ancora sentire su questa persona è il necrologio ed eventualmente dove è la sua tomba su cui poter portare il mio cane a fare i bisogni…

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