di MATTEO CORSINI
"Di quali altre prove si ha bisogno? Servono altri punti di Pil perduti nell’Eurozona a vantaggio dell’Est Europa o della Gran Bretagna, di ulteriori milioni di disoccupati, di nuovi muti anti-migranti per capire che il Patto di stabilità, il Fiscal compact e lo stesso Trattato di Maastricht, pensati per uno scenario che non si è verificato (crescita del 3%, debiti in calo, mercati finanziari in sonno, sparizione dei conflitti), sono diventati delle norme da cambiare, se non da rottamare"?
Roberto Sommella è tra i tanti critici dei vincoli di bilancio (peraltro scarsamente fatti rispettare) europei. Il ragionamento solitamente è il seguente: il limite di deficit al 3% del Pil fu pensato oltre vent’anni fa ipotizzando una crescita reale del Pil al 3%, 2% di inflazione dei prezzi al consumo e tassi di interesse su livelli attorno alla crescita nominale del Pil (ossia il 5%). Partendo da un debito al 60% del Pil, rispettando il limite del 3% di deficit in