di GILBERTO ONETO
Nei giorni scorsi anche sul nostro quotidiano si è dibattuto sul consumo di territorio in nuove costruzioni, spesso inutili. La polemica è stata riportata di attualità da un Dossier di FAI e WWF che denuncia come ogni giorno nella Repubblica italiana vengono distrutti 75 ettari di terreno per nuove colate di cemento. L’indagine, titolata “Terra rubata – Viaggio nell’Italia che scompare” ha preso in esame 11 regioni, corrispondenti al 44% della superficie totale: solo qui l’area edificata è aumentata di 3,5 volte in 50 anni ricoprendo una superficie pari a quella del Friuli.
Il disastro continua, con la cementificazione e con l’impermeabilizzazione di spazi enormi e con la conseguente distruzione di aree verdi, agricole e naturali con un corollario di danni incalcolabili. L’urbanistica italiana, nonostante le buone intenzioni della Legge urbanistica del 1942, ha cavalcato questa folle “corsa al progresso” e “allo sviluppo” del territ
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