di MATTEO CORSINI
Da anni si parla in Italia di moneta fiscale, con progetti che sono gli uni le varianti degli altri, ma tutti quanti accomunati dalla illusione di poter trasformare le pietre in pane per mezzo dell’alchimia monetaria. Li si chiami minibot, certificati di credito fiscale o come diavolo si voglia, si tratta sempre di illusionismo, neppure tanto sofisticato.
Da ultimo è stato il Sole 24 Ore a ospitare un articolo di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, che esordiscono con un richiamo a un convegno tenutosi in Germania, forse per dare l’impressione che si tratti di roba seria e non da stregoni da Paesi iperindebitati.
“In Germania, a Düsseldorf il 23 novembre scorso, alcuni economisti tedeschi – tra cui l’ex chief economist di Deutsche Bank, Thomas Mayer – hanno discusso di una Parallelwährung für Italien, una moneta parallela per l’Italia, per evitare che il Paese affondi il sistema dell’euro”.
Per lo meno hanno avuto il buon gusto di rico
Che “Il Sole-24 Ore” ospiti gli articoli di questi due pazzoidi monetari è un segno dei tempi.