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Ecco il 31° segnale della ripresa: record di mutui e bollette non pagate

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senza-soldi-meno-tassedi LUIGI CORTINOVIS

Tranquilli! Ora, Renzi nominerà il nuovo responsabili del Ministero dello Sviluppo Economico e l’Italia tornerà ad essere il faro della civiltà economica europea. Per ora, però, registriamo un nuovo record per le rate non pagate di mutui, prestiti e bollette.

Nel 2015, infatti, la cifra è stata pari a 58,9 miliardi di euro, con una crescita del 37% in quattro anni. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Unirec, l’Unione nazionale delle imprese di recupero crediti, realizzato in collaborazione con ‘Il Sole 24 Ore’ che verrà presentato giovedì 12 maggio a Roma.

“Lo scorso annosi legge su ‘Il Sole 24 Ore – sulle scrivanie degli addetti ai lavori si sono accumulate 38,1 milioni tra vecchie e nuove pratiche, il doppio rispetto al 2007, ma per la prima volta da nove anni a questa parte il loro numero è in calo e rispetto al 2014 la diminuzione registrata è del 6 per cento. Gli importi, invece, non hanno arrestato la loro corsa e sono cresciuti del 5 per cento. Anzi, se si allarga l’orizzonte di osservazione al 2012 il balzo è stato del 37 per cento. Lievita così anche la somma media da recuperare, che oggi si situa a 1.547 euro”.  Otto pratiche su dieci riguardano le famiglie, il resto si riferisce alle imprese. Nel 2015 – si sottolinea – i ‘committenti’ sono riusciti a tornare in possesso di 9,4 miliardi di rate e bollette dimenticate, con un tasso di recupero del 15,9%, in peggioramento del 2,6% rispetto al 2014 e del 5,6% se confrontato con il 2012.

Per quanto riguarda il territorio, la metà dei crediti affidati, sia per numero di posizioni gestite che per importi, si è concentrato in Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia. Il primato assoluto spetta però alla prima, con quasi 6 milioni di pratiche che valgono più di 9 miliardi di euro. Per trovare la migliore performance di recupero bisogna però andare in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia, dove il 22% degli importi viene incassato. Molto meglio della Lombardia, che deve accontentarsi del 17%, del Piemonte (15%) e dell’Emilia-Romagna (14 per cento). La maglia nera va invece alla Calabria, con un tasso di recupero del 12 per cento.

Si vede che la ripresa prevede un sacco di “buffi”

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