di MARK WASABI
Tra le tante fiabe che si sentono raccontare nel paese dei balocchi c'è quella che il lavoro deve per forza essere flessibile e che tale flessibilità è frenata dall'articolo 18. Come al solito si mischiano ed invertono le cause e gli effetti, al fine di creare confusione e raccontare alla gente che gli asini volano.
In un paese "normale" la flessibilità può anche essere un vantaggio e i contratti a tempo determinato possono essere uno strumento per agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro. In un paese normale, appunto. Invece in Italia, come al solito, tutto viene rigirato e stravolto per fregare la gente. Così la flessibilità è diventata precariato, sfruttamento, ricatto e, peggio ancora, il miglior modo per scaricare sui lavoratori il rischio d'impresa. Il problema come sempre non è lo strumento, ma l'uso che in Italia se ne fa. Figuriamoci se venisse ridimensionato l'articolo 18: c'è da aspettarsi la totale implosione di quel che è rimasto sistema
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