di FIORENZO PIEROBON
Solo qualche giorno fa, Alessandra Moretti - candidata del centro-sinistra alla presidenza della Regione Veneto - sosteneva la bontà del progetto per una Regione a statuto speciale (vedi qui). Forza della campagna elettorale, che fa dire ai politici tutto, ed il contrario di tutto, pur di raccattare voti.
Ieri, però, è accaduto qualcosa in parlamento: “In tarda serata, alla Camera, va in scena la congiura di tutti i partiti contro l’autonomia veneta. Mentre Alessandra Moretti va sbandierando l’autonomismo, il suo ‘Pd’ – a Roma – tradisce la fiducia degli elettori veneti e affossa la stessa autonomia. Solo la Lega, a tutti i livelli istituzionali, sta conducendo questa battaglia con coerenza e determinazione”. Così i deputati leghisti veneti (Matteo Bragantini, Filippo Busin, Roberto Caon, Marco Marcolin, Emanuele Prataviera) dopo che, nella tarda serata di ieri, la Lega si è vista bocciare il proprio emendamento alle riforme (il 30.28)
Il Veneto da anni si torce sotto le violenze che contro di lui si vanno moltiplicando da parte della politica romana.
I politici “locali”, complici dei criminali italiani, fingono, con varie formule, di proporre scenari che possano attirare voti alla propria lista di riferimento; se non è il plebiscito per l’indipendenza è quello per lo Statuto speciale, il costo di ciascuno dei quali va da sei a venti milioni di €uro, se non ricordo male, e non si capisce perché due referendum abbiano a costare in maniera tanto diversa occupando gli stessi ambienti, le scuole, ed il medesimo “personale”;
e perché per l’indipendenza, di debba pagare di più, forse per il “personale addetto allo scrutinio?”.
Il sovraprezzo verrà giustificato per il superlavoro a cui saranno sottoposti i soliti mistificatori delle schede?
Intanto in questa Italia si moltiplicano le persone che si suicidano per la “fatica”di vivere e le “difficoltà” che vengono loro poste dinnanzi da una classe politica e burocratica corrotta, inefficente ed incapace.
30.000 sono finora i morti fatti da questi governanti fra i lavoratori, sia imprenditori che dipendenti, per l’impossibilità di continuare a vivere in un paese dove la dignità umana non viene riconosciuta da questi governanti.
Con quale coraggio ci vengono a parlare di shoah, dopo 70 anni, quando le condizioni nelle quali ci obbligano a vivere sono sempre più difficili e sempre più si avvicinano al trattamento che subiscono gli animali.
Non si rendono conto che la shoah ce la impongono a noi.
A quando una “Giornata del Ricordo” che commemori i nostri morti “costretti” al suicidio da questi Kapò da noi votati, ma che rispondono ad altri?
Ma soprattutto quando la gente si sveglierà e porterà i propri persecutori a Piazzala Loreto?