di SALVATORE ANTONACI
Può un innocuo pesce causare sommovimenti politici in grado di turbare non poco le acque tempestose del Mare del Nord? Ebbene sì!
Questa volta tocca allo sgombro, come in decenni passati all'aringa ed a sua maestà il merluzzo, scatenare la rabbia dei pescatori di almeno 5 nazioni e mettere in seria difficoltà il laborioso progetto di integrazione europea che già non vive momenti particolarmente lieti per le note traversie debitorie. Il campo di battaglia vede contrapposti da una parte la convalescente Islanda ed un piccolo arcipelago, le Faer Oer, ancora parte integrante del Regno di Danimarca, ma prossimo ad un'indipendenza de facto, e dall'altra la Norvegia, l'Irlanda, il Regno Unito e i dirigenti comunitari, per una volta d'accordo con Londra.
Il nodo del contendere è l'unilaterale aumento delle quote di pescato da parte dei primi due paesi in violazione dell'accordo internazionale che regolamenta il tonnellaggio di raccolta consentito ai pescher
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