di GERARDO COCO
Con la correzione valutaria dello yuan la Cina ha voluto lanciare un messaggio preciso: l'appoggio incondizionato che fino a oggi ha concesso al dollaro non è più scontato.
Nel mese di agosto l’evento economico che ha dominato l’attenzione è stata la svalutazione del renminbi, nome ufficiale della valuta cinese, chiamata anche yuan per designare l’unità di conto (gli acquisti si fanno in yuan, non in renminbi, allo stesso modo come in Inghilterra si fanno in pound e non in sterline). La svalutazione del renminbi è seguita al crollo in luglio della borsa di Shangai quando l’indice, è precipitato del 30% scuotendo i mercati asiatici e ripercuotendosi sulle altre borse. La borsa di Shangai è molto giovane ed è un’esagerazione averne paragonato il crollo a quello del 1929. Su questo evento, quindi non c’è molto da dire se non che era molto prevedibile. Quasi due milioni di cittadini cinesi per la prima volta hanno affrontato in massa il mercato azio
Non potranno taroccare i dati all’infinito.
Sia in cina che altrove.
Non potranno infarloccare la gente per sempre.
E la gente dovrà prima o poi estrarre la testa dalla sabbia.
Interessante e condivisibile valutazione.