di GIOVANNI BIRINDELLI
È un fatto logicamente inconfutabile che, a causa dell’idea astratta di legge di cui ha necessariamente bisogno per funzionare (il positivismo giuridico), la democrazia intesa come regola di una maggioranza è un sistema politico totalitario e quindi un sistema politico che, quanto a illimitatezza del potere politico, in nulla differisce dal fascismo, dal nazismo e dal comunismo.
Se la democrazia ha tolto alla libertà il ruolo di scopo della convivenza civile, questo è dovuto alla deficienza di capacità intellettiva, nel campo delle scienze sociali, delle masse, cioè di coloro in nome dei quali oggi è esercitato quel potere politico illimitato. Col termine “masse” non mi riferisco a coloro che hanno un reddito medio o medio-basso, né a coloro che hanno un livello d’istruzione medio o medio-basso. Mi riferisco a coloro che accettano i paradigmi che vengono loro imposti (e oggi in particolare il paradigma statalista) acriticamente, senza met
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