di GIGI MONTERO
La redazione sta in un sottoscala ricolmo di libri impolverati. Due computer collegati al mondo via internet, su cui da un mese campeggia il loro quotidiano, che è però anche il loro motto: “L’indipendenza”. Sono pochi, poco più di qualche decina, ma decisi a fare sul serio. Ce l’hanno con le tasse, con il potere di Roma, con i grandi salassi di Stato alle tasche di Pantalone. «Prestiamo molta attenzione alla Svizzera, un modello per l’autonomismo e l’indipendentismo settentrionale, ma anche per il coraggio di resistere alle pressione dell’euro e dei suoi apparati. La Svizzera rappresenta un modello a cui ispirare concretamente un’azione politica a favore dell’autogoverno locale. In più occasioni abbiamo dimostrato di apprezzare il referendum come strumento democratico per eccellenza». Sono le parole di Leonardo Facco, 47 anni, che del nuovo quotidiano è il capo della redazione, e che è anche il leader del Movimento libertario, uno che in pa
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