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La fed aumenta il tasso di sconto. ma nulla fa pensare a una ripresa

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di GERARDO COCO Il 16 dicembre la Federal Reserve ha alzato il tasso di interesse ufficiale dello 0.25%. E’ il tasso a breve minimo al quale le banche si prestano denaro e al quale si indebitano con la banca centrale (tasso di sconto). La banda di oscillazione è pertanto variata da 0-0.25% a 0.25-0.50%. Tale incremento è stato salutato dai media con il solito corale entusiasmo beota come «svolta storica» ossia come fine del denaro facile, durata quasi dieci anni. Di veramente storico, semmai, c’è stato il mantenimento per tutto questo periodo, del tasso di interesse ai limiti dello zero adottato da tutte le altre principali banche centrali occidentali con la conseguenza di creare, nel pianeta, la più grande bolla del debito di tutti i tempi. Un fatto senza precedenti in quanto, per millenni, il tasso di interesse reale si è sempre aggirato attorno al 4/5% all’anno e, dalla fondazione della Banca d’Inghilterra nel 1694, si hanno dati statistici giornalieri che confer
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1 COMMENT

  1. Siamo a Natale, ottimo momento per porcate del genere , con la gente distratta ed impegnata in altro e con un tono dell’umore un poco migliore del solito.
    Certo che deflazione e QE sono un bel mix contro natura.

    Siamo a misure di stampo ciarlatano, in cui il lato psicologico assume maggiore valenza rispetto alla sostanza delle cose.
    Provvedimenti placebo, in sostanza.

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