di REDAZIONE
“Tutti i governi dopo l’indipendenza hanno condiviso la visione che il Marocco è un paese arabofono, dove ci sono solo gli arabi e una sola religione, l’Islam. Questo significava che dovevamo imparare una lingua che non ci appartiene”, dice Amina Zioual, presidente della Voce delle donne amazigh, un gruppo di campagna marocchina.
Il lavoro di Zioual la porta in alcune delle zone più remote del Marocco; dalle montagne dell’Atlas e quelle del Rif del centro e del nord del Paese. Zioual sta promuovendo la vita e le esperienze delle donne rurali amazigh, altrimenti note come berbere, termine ritenuto offensivo dalla maggior parte degli Amazigh, gli abitanti originari del Nord Africa (in arabo il termine barbar – بربر significa sia “barbaro” che “berbero”, ndt). Queste donne vivono in piccole comunità in alcune delle più dure valli montane del paese, afose in estate e spesso ricoperte di neve in inverno.
Si stima che circa il 2