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25 marzo 421, dodici quartine per celebrare la nascita di venezia

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di PAOLO L. BERNARDINI Come quando una garzetta, immobile S’alza rapida e in pochi istanti è in volo Giunse al mondo la Città più nobile Che congiunse le Acque con il Suolo. Fu un giorno di Marzo, di Primavera Candiano, Faletro, su quel rivo, alto Pregarono Iddio, dall’alba alla sera Tra il silenzio, la laguna e nient’altro. Non case, non vie, ma piatti vascelli Costruirono per primi, di certo… E fu poi grazie a loro, rapidi, e belli Che nacque Venezia sopra un deserto. Erede lei fu d’un Impero ormai morto Che dominò su quel mare infinito: Ma ora nel segno del Cristo risorto Ma ora nel nome di un nuovo mito. Forse volava, nel cielo, lontano Tra aironi e cicogne un’aquila sola: La vide distratto, forse, ilCandiano: Forse ancor oggi quell’aquila vola. Mentre una giovane nuda e veloce Usciva dall’acque a cercar riparo Là i fiumi gentili cercan la foce Poi mille navi la gioia
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