di ROMANO BRACALINI
I giornali stranieri sono tornati a descrivere l’Italia come un paese intristito, sfiduciato, caotico e violento; e gli italiani ce la mettono tutta per confermare il quadro. Milano, che un tempo imponeva il suo stile di rigore al paese, ha perduto il ruolo storico di “capitale morale”. Roma, al contrario, ha accentuato il suo carattere burocratico, accentratore e parassitario.
Tutto vi è precario: dalla sanità ai trasporti. Basta una pioggia ordinaria per bloccare il traffico, inondare la metropolitana che non funziona anche se splende il sole. Roma è lontana dagli schemi di una capitale europea, come Parigi e Londra. Da decenni, ormai, l’Italia è entrata in una profonda crisi morale e istituzionale in cui regole, leggi, educazione hanno perduto ogni significato originario e non c’è più verso di frenare il malcostume dilagante, il disprezzo di ogni convenzione, la brutalità e l’inciviltà della nostra vita associata: basta dare un’occhiat
… nel cinema prevalgono gli attori meridionali che non conoscono l’italiano e ignorano il congiuntivo …
ma è mai possibile che nel 2020 si debbano ancora vedere pubblicate simili fesserie e luoghi comuni?
E questo sarebbe uno storico? Un intellettuale?