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Mmt e la legge di gresham delle teorie monetarie

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di MATTEO CORSINI Al tradizionale simposio che ogni fine agosto si tiene a Jackson Hole (quest’anno con interventi a distanza per via del Covid-19), Jerome Powel, presidente della Federal Reserve, ha annunciato il cambio di strategia risultante dalla revisione che ha impegnato per mesi una quantità considerevole di persone piene di titoli di studio. In sintesi, la Fed non darà più alcuna importanza alla curva di Phillips (che prevede un trade-off tra occupazione e inflazione dei prezzi al consumo, concetto peraltro già demolito da Murray Rothnbard e altri economisti di scuola austriaca decenni orsono) e neppure si curerà di mantenere la crescita dei prezzi al consumo non oltre il 2% annuo. D’ora in avanti valuterà quest’ultimo obiettivo in un non ancora meglio precisato medio termine (5 anni?), in sostanza tollerando (o forse perseguendo) una crescita dei prezzi al consumo anche superiore al 2% purché la media di medio termine rimanga al 2%. Tra i tanti che hanno co
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1 COMMENT

  1. In parole povere siamo stritolati dalla morsa Stato-banche: ma, mentre la tassazione non può spingersi oltre certi limiti, la creazione di danaro fiat ha margini molto più ampi e controllo praticamente inesistente. Dei due moloch del patto scellerato le Banche centrali ingigantiscono quindi il proprio potere pure a danno degli Stati, utili solo a conferire alla moneta il valore derivante dall’uso fattone per pagare le tasse. E i banchieri centrali, sempre più incontrollati, continuano ad ammannire al popolo bue bugie rivestite di astrusa tecnalità.

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