di REDAZIONE
«Ci hanno detto che dovevamo uccidere degli italiani» perchè «erano considerati dei traditori»; «mi si è fatto buio quando ho saputo questa cosa. Non sarei mai riuscito a farla». Invece il caporale Alfred Stork, che all'epoca aveva 20 anni e venne «scelto a caso» per far parte del plotone d'esecuzione, ha sparato. A terra, dopo ore di questo massacro, i corpi di «73 ufficiali italiani».
Ieri la procura militare di Roma ne ha chiesto il rinvio a giudizio, ma la sua confessione risale a sette anni fa (aveva 82 anni), quando venne sentito come testimone dai magistrati tedeschi che indagavano sulla strage di Cefalonia. Stork non fu mai incriminato, perchè la linea di quell'inchiesta - che alla fine venne comunque archiviata - era di perseguire solo gli ufficiali con compiti di comando e non i semplici soldati. L'anziano ex caporale venne ascoltato a casa sua, in presenza della moglie Regina. Dopo aver parlato della sua carriera militare («ero un buon tirato
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