di ANTONIO BELMONTESI
Un altro anno scolastico si è concluso, e nuove riflessioni si impongono. Intendo riferirmi alla scuola secondaria di secondo grado, le cosiddette “superiori”, realtà che vivo dal di dentro e che credo di conoscere assai bene, a differenza di molti opinionisti ritenuti autorevoli che pontificano sulla scuola, denunciando mali e proponendo soluzioni, senza però avere un’esperienza diretta in materia, se si esclude quella degli anni in cui furono allievi.
Innanzi tutto c’è da sottolineare che chiunque discetti di scuola, anche quando riesca lucidamente ad individuarne i mali, non si sogna nemmeno lontanamente di mettere in discussione la statalizzazione dell’istruzione, non rendendosi conto che la non rimozione di tale dogma è preclusiva di ogni auspicato miglioramento.
La scuola pubblica, o, per meglio dire, di Stato, è un edificio da demolire; dopo di che non c’è necessità di raccogliere intorno a un tavolo presunti esperti per elabora
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