di MATTEO CORSINI
Periodicamente vengono pubblicati studi condotti da pensatoi, tipicamente sinistrorsi, volti a denunciare il basso carico fiscale di questa o quella società o settore. Si tratta di imprese che operano a livello multinazionale e che realizzano (almeno fiscalmente parlando) fette più o meno consistenti di profitti in Paesi in cui lo Stato ha pretese meno esose di quelli in cui hanno la sede principale.
Il pensatoio di turno è Eu Tax Observatory, un laboratorio di ricerca indipendente finanziato dall’Ecole d’economie di Parigi e dalla Commissione europea (soldi dei contribuenti, ndr). Considerando le fonti di finanziamento, ognuno può farsi un’idea della reale indipendenza. A me pare, piuttosto, che vi sia convergenza di opinioni, a priori, tra ricercatori e finanziatori. Nulla di male in generale, se non fosse che la Commissione europea non si occupa di questioni del tutto estranee dalle faccende fiscali, e che la maggior voce in capitolo appartiene ai g