di LEONARDO FACCO
Da quando è assurto alla presidenza argentina, quelli che manco sapevano chi fosse Milei, ma si reputano liberali o libertari, hanno cominciato a straparlare, spesso affermando corbellerie senza senso contro l'economista bonairense. Ribadisco, non sono, e mai sarò, il suo avvocato difensore, ma su una cosa non ammetto venga criticato, il suo "turpiloquio".
Sono orgoglioso di aver fatto conoscere ai libertari di lingua italiana, sei anni fa, Javier Milei (QUI DECINE DI ARTICOLI IN MERITO), di aver tradotto in un libro diversi suoi saggi e di averlo avuto ospite del Movimento Libertario in almeno tre occasioni. L'economista argentino, aldilà dell'amicizia sincera che mi lega a lui, è un personaggio straordinario, il miglior esempio - a mio modo di vedere - di come il libertarismo debba porsi di fronte al pubblico e alla sua opinione, soprattutto nei paesi latini e socialdemocratici.
Javier è persona preparata, colta, determinata e intellettualmente onesta,