di REDAZIONE
L’essenza patogena di questo circolo vizioso si riflette innanzitutto nell’habitus mentale cui è indotto il cittadino produttivo: egli, sulla scorta di percezioni distorte e viziate, è per lo più portato a ritenere, commettendo in ciò un clamoroso errore di valutazione, di avere un maggior interesse nell’aggregarsi e nel ricercare un proprio specifico privilegio statale anziché combattere l’imposta e respingere fermamente un tale ordine di cose.
In secondo luogo, invece che impiegare in proprio la massima quantità di risorse di cui
potrebbe liberamente disporre in assenza di coercizione, affidandosi alle cure “amorevoli” dello Stato il medesimo cittadino, più o meno inconsapevolmente, si vedrà costretto a sovvenzionare una miriade di beni e servizi reclamati da tutti gli altri gruppi particolari sedotti dalla medesima logica della “rincorsa al privilegio”, che si dimostreranno per lo più inutili, scarsamente accessibili, quando non del tutto