di PAOLO L. BERNARDINI
La costellazione della storia e della cultura veneziana è talmente ampia che ovunque si guardi, anche a caso, nel cielo, lo sguardo incontra una sua stella, e ne resta abbagliato.
Così, in un’afosa serata di inizio luglio, casualmente vagolando ad Altona una volta danese, cercando un alito di vento sulle rive industriali dell’Elba, immerso in pensieri di diverso colore, con una prevalenza del rosa, mi imbatto in un cartellone, che indica che quella sera, presso il teatro di Altona, verrà rappresentato “DerangenehmeBetrug – DerCarneval von Venedig” di ReinhardKeiser. Incuriosito, e ricordando vagamente il nome di Keiser, compositore barocco di primo livello (e ricordando, sempre vagamente, le prime della Passione secondo Marco, popolare anche in Italia), mi affretto verso il teatro. Comincia tra mezz’ora!
Serendipity. Hanno ancora biglietti. Non mi sembra vero. E così mi godo oltre due ore di festa veneziana, di trionfo dell’allegria, di